sabato 17 ottobre 2009

La rete

C’è una rete che intrappola, che inviluppa e che, mentre irretisce, dà l’illusione che si possa continuare a nuotare liberamente. Chi cade in questa rete non si accorge di essere stato manovrato sin dall’inizio. Non si accorge che la rete diventa sempre più ampia, e che è stranamente invisibile nonostante sia sotto gli occhi di tutti.


Il sistema di cui ormai facciamo parte, e non mi riferisco solo alla situazione italiana – paradigmatica, per più versi, di una degenerazione più ampia – è una rete, un rezzaglio. La metafora è di Andrea Camilleri, che la utilizza nel suo ultimo libro La rizzagliata, uno dei romanzi più «civili» che abbia scritto.

L’aspetto più inquietante è che chi viene manovrato non si accorge di essere parte di una meccanismo più ampio. Che tutto vuole controllare. Una macchina che finisce inevitabilmente per sfuggire al controllo dei suoi manovratori. E se questo sembra uno scenario da romanzo distopico, dunque solo un romanzo, non ci vuole molto per capire che molta della letteratura distopica del Novecento ha finito per farsi realtà, o quantomeno per annunciare i cambiamenti che la società ha effettivamente subito.

Bisogna stare attenti e leggere tra le pieghe della realtà le corrispondenze che possiamo trovare tra questo mondo e il mondo come ce lo hanno raccontato Orwell, Huxley… E comparare queste «previsioni» con quelle dei più feroci critici delle modernità. Guardare nello specchio del passato il presente e leggere attraverso la lente del romanzo il futuro.

È ’na rete a forma di campana, chiusa in àvuto e aperta a vascio, un’apertura assà larga contornata di piombini. La fai roteare col vrazzo isato e po’ la lanci. La riti, che deve ricadiri come un ombrello aperto, veni portata sott’acqua dal piso dei piombini. A un certo momento il piscatori tira ’na corda e la parti ’nferiori della riti si chiude. E dintra ci restano i pisci. ’Na bella rizzagliata … I pisci cchiù stùpiti o i cchiù lenti, naturalmente, pirchì quelli sperti, videnno la riti calare, si scansano ’n tempo.
(A. Camilleri, La rizzagliata, Sellerio, Palermo 2009, pagg. 205-206)

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sicilitudine:

«la sostanza di quella nozione della Sicilia che è insieme luogo comune, idea corrente, e motivo di univoca e profonda ispirazione nella letteratura e nell’arte»