sabato 3 ottobre 2009

Ius murmurandi

Forse resta davvero, soltanto, lo Ius murmurandi. E mancano i luoghi dove sia possibile esercitare questo diritto («l’unico diritto non del tutto conculcato, che sia sopravvissuto nella nostra democrazia incompiuta», ha scritto Santo Piazzese). La mormorazione avviene tra le mura di casa, con gli amici di provata fede, in luoghi protetti.

Ora, in Italia, nella nostra disastrata e disastrosa situazione politica e sociale, non manca il diritto di parola. Ma, questo diritto, anche quando si intende esercitarlo con tutta l’energia che si ha, resta per lo più inespresso. La voce della verità (con la ‘v’ minuscola) che nasce dalla libertà di parola (parresia) resta inascoltata. E non solo: ogni piccola ‘verità’ che riesce a trapelare viene immediatamente ribaltata, corrotta, pervertita.

In queste condizioni, qualsiasi diritto di parola, qualsiasi libertà di stampa, è superflua perché, seppure esercitata con ogni buona volontà, non raggiunge alcun effetto sulla cosiddetta ‘opinione pubblica’. Per non parlare poi della totale non-incidenza che ha su chi governa e amministra il potere e sui risultati elettorali.

Resta, forse – e me lo chiedo – solo lo Ius murmurandi. Una residua libertà relegata agli ambiti più individuali e domestici. Sì che, apro questo spazio virtuale. Non tanto per scelta, quanto per un’urgenza viscerale dettata dalla necessità di creare luoghi dove si possa esercitare, tra amici, la mormorazione, che qui non intendiamo mai come pettegolezzo ma come critica radicale al potere, senza peli sulla lingua, senza calcoli strategici e ‘politici’, con ironia.

Salvo (Salvatore Mangione), Paesaggio

Sono ragionevolmente certo che se Sciascia fosse vivo ai nostri giorni non potrebbe che prendere atto dell’essersi avverata quella sorta di profezia-avvertimento che lui aveva rappresentata con la famosa metafora della linea della palma. Lo scrittore racalmutese era rimasto colpito dalla notizia che, per effetto del riscaldamento globale, la latitudine massima alla quale le palme trovano condizioni di vita ottimali si sposta di qualche centinaio di metri l’anno da sud verso nord. Sciascia, con quella sua amara ironia che non finiamo di rimpiangere, vi prefigurava la progressiva «sicilianizzazione», nel peggio, dell’Italia. Quello che forse lui non arrivò a immaginare è la forte accelerazione che il processo avrebbe conosciuto negli anni successivi alla sua morte. Italia irredimibile, avrebbe detto.
(Santo Piazzese, Perché è impossibile decifrare Palermo)


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sicilitudine:

«la sostanza di quella nozione della Sicilia che è insieme luogo comune, idea corrente, e motivo di univoca e profonda ispirazione nella letteratura e nell’arte»